scritto e interpretato
dal gruppo del Laboratorio Stranità del Teatro dell’Ortica
con la collaborazione del laboratorio
“L’isola selvaggiastra” di Cairo Montenotte (SV)
Con Stranità e con gli altri laboratori regionali il Teatro diventa luogo di promozione della salute come strumento di conoscenza di sé. In Laboratorio ci si riappropria di energie e risorse sopite, comunicando con il corpo e con la voce e recuperando il proprio benessere. Un vero e proprio passaggio dal “teatro sociale” al “teatro di cura”.
Ogni anno il laboratorio Stranità, sapientemente condotto da Anna Solaro, attrice e operatrice pedagogico-teatrale, elabora nel corso della stagione uno spettacolo che viene portato in scena in uno dei maggiori teatri genovesi.
Lo spettacolo è stato scritto ed è interpretato dai pazienti psichiatrici di Genova e della comunità della Val Bormida, supportati da giovani studenti di scienze della Formazione e del Dams, inseriti nel corso di Formazione per operatore pedagogico teatrale, operatori sociali e persone seguite dalla salute mentale con alcuni attori del Teatro dell’Ortica condotti da Anna Solaro.
Il tema è quello dei viaggi, del viaggio. I viaggiatori attendono in una stazione da cui i treni non partono più… Un viaggio sospeso. L’attesa si trasforma in parola, danza e poesia. L’attesa trasforma la stazione in un incontro di sguardi e corpi in movimento.