spettacolo realizzato in collaborazione con il C.I.R.S (Comitato Italiano Reinserimento Sociale)
e con il Centro Diurno di Salute mentale della U.S.L. 3 genovese
regia di Anna Solaro e Mirco Bonomi

Il corso è partito dalla stanza di appartamento messa a disposizione dal C.I.R.S.; il procedere del lavoro ha portato ad una verifica positiva della crescente confidenza del gruppo dei pazienti; tale confidenza, manifestata da una maggiore ed intensa rappresentazione in risposta agli stimoli offerti, richiedeva uno spazio più consono, più teatrale.
Così il laboratorio si è trasferito in Via Allende a Molassana, nella sede del Teatro dell’Ortica: un palco, le quinte, le luci… Come a dire… si nuota meglio in mare che nella vasca da bagno…
Il gruppo procede nell’apprendimento del mezzo teatrale e continua a trattenere quest’esperienza come un’occasione che si presenta per sperimentare la possibilità di esprimersi nei sentimenti e nella relazione con l’altro attraverso canali diversi da quelli soliti ed istituzionali (la famiglia sofferente, la comunità, il centro diurno…).
Nel corso degli incontri, si assiste ad improvvisazioni esilaranti o commoventi, si ascoltano voci individuali che emergono esprimendo il coraggio e la forza di uscire dal coro e contemporaneamente la capacità di rimanerci facendone parte (proprio come i bravi attori che sul palco, oltre alla propria voce riescono a far sentire quella dell’attore vicino in sinergia di tempi e di azione… quanto è difficile…), si osservano corpi tesi allo sforzo di una rappresentazione; si accoglie il desiderio, riaffiorato attraverso la riscoperta di potenzialità espressive sopite, di rendersi visibili, di rappresentare e di produrre spettacoli.
L’obiettivo della rappresentazione, che anche in questo secondo anno di esperienza laboratoriale non era precostituito, si concretizza osservando e accogliendo l’entusiasmo, l’impegno, la motivazione allo spettacolo manifestata dai pazienti come istanza.
È nato così il primo lavoro intitolato “Monologhi, Dialoghi e Quisquiglie”, rappresentato presso “l’Auditorium” di via Allende a Genova – Molassana.
Lo spettacolo realizzato era la risultanza del lavoro laboratoriale di un anno, era la sintesi dell’accoglienza di quanto espresso sul palco, di quanto, attraverso un lavoro di facilitazione di comunicazione dei conduttori, i pazienti avevano usato nelle movenze e nella voce.
Di quella rappresentazione mi pare importante ricordare l’emozione forte condivisa, l’intero pomeriggio passato insieme per la prova finale, la tensione che si prova a salire su di un palco e che solo gli attori che ti sono vicini riescono a comprendere, l’esibizione davanti ai familiari e agli operatori commossi e contenti di quell’esperienza. In un’ottica di rispetto, era stato chiesto ai pazienti di scegliere chi invitare: si sono espresse ritrosie, timidezze, paure, aspettative…., si è lavorato sulla paura del pubblico e sulla novità di avere un pubblico cioè qualcuno che per sua natura ti ascolta e ti guarda (l’attore è in posizione up, sul palco, il pubblico è in posizione down, giù dal palco)…
Il pubblico c’è stato, si è emozionato ed ha applaudito.

Anna Solaro