STRANITA’ #15
L’altra bellezza è andata bene!
Oltre mille persone in un giorno a vederci.
Ormai Stranità ha un suo pubblico che nel momento dello spettacolo condivide e sa cogliere l’esperienza che la sostiene.
In quel pubblico tanti Strani che da noi son passati e che tali rimarranno …… Valeria, Federica, Mauro, Step, Giulia e tanti altri.
Ho ancora un pò di colore sulla faccia.
Lo tengo, non lo lavo via come quando da ragazzini ci si innamora e non ci si cambia la maglietta per qualche giorno.
Perché lì ancora senti la stretta che ti fa girar la testa e pensare leggero.
STRANITA’ #14
Stranità, l’Altra bellezza
Oggi allestimento e prove al Teatro della Corte. Ci siamo! A breve incontrerò questo gruppo fuori dalla norma e lo vedrò abitare questo magnifico teatro con concentrazione, passione e forza creativa. Sono emozionata ma sostenuta dalla fiducia che nutro in loro, decisamente anch’essa fuori dalla norma. In questo anno di lavoro sono stati costruttori di parole e gesti, edificando narrazioni delle loro esistenze.
Ed è stato tutto autenticamente bello.
E lo sarà anche domani.
STRANITA’ #13
Il 29 con Stranità saremo in scena alla Corte.
Da un bel pò di tempo, ancora ieri, a Stranità vengono operatori dell’Spdc del Galliera (servizio psichiatrico di diagnosi e cura )il reparto delle gravità, dei Tso.
Quando se ne vanno i ritorni sono sempre belli. Ma quel che mi colpisce di più e che non posso fare a meno di osservare durante la lavorazione, sono i loro sguardi che si appoggiano e si avvicinano agli attori con stupore e meraviglia.
È lì che li immagino nel loro reparto ad osservare quotidianamente persone attraversate da fasi acute della malattia, in quelle fasi dolorose, difficilmente gestibili e capibili, in cui spesso la persona non si riesce più a vedere perchè la malattia si impone su tutto.
Li immagino in gesti quotidiani fatti anche di chiavi che chiudono porte, di letti che contengono.
Li vedo qui, in teatro, curiosi, stupiti, divertiti, commossi.
E allora penso quanto abbia ragione Armando Misuri nel dire che non ci si può abbandonare alla malattia.
Nessuno.
Neppure noi operatori dobbiamo essere abbandonati alla malattia .
Perché il rischio è di perderci.
STRANITA’ #12
“Persone intelligenti e belle.
Strabuzzerete gli occhi per ciò che vedrete.
Vedrete una realtà stupefacente.
Non spaventatevi ma siate aperti e vulnerabili a una bellezza che vi sconvolgerà”.
Il mio primo post scritto sotto dettatura.
Autore: Danilo
STRANITA’ #11
Noi ci siamo quasi…manca poco. Riempiamo di nuovo il Teatro della Corte?
Quest’anno le scenografie sono curate dall’atelier del CEPIM UniDown che da anni collabora con il Teatro dell’Ortica. Reti virtuose che declinano il fare insieme come unica strada percorribile.
Rinnovando ogni volta al nostro sguardo un pò assonnato, la possibilità di stupirsi mostrando bellezze inaspettate.
STRANITA’ #10
Il 29 aprile con Stranità saremo alla Corte con l’Altra Bellezza. Fare regia di questo gruppo mi pone sempre di fronte alla necessità di compiere gesti in costruzione estremamente complessi e profondi, gesti che si confrontano con esistenze difficili annodate e abitate da dolore e poesia. Con il piacere di assistere nel finale, al raggiungimento dell’essenziale, di ciò che conta, del semplice.
Con la ricerca umana e artistica che si fondono con naturalità.
Mantenendo viva in me la gratitudine.
STRANITA’ #9
Grazie Tea!
Ieri per Stranità questo bellissimo regalo!
Siamo lì un pò tutti sognanti.
Accade il mercoledì.
PONTEX #11
Dedicato alle donne di PonteX dai bambini di terza della scuola primaria Anna Frank di Serra Riccò.
Immagino che in carcere ti senti come….
“Come un moscerino sbadato che è finito per sbaglio nella tela di un ragno.
Come un albero che non riesce a togliersi il prurito che gli danno le foglie.
Come un’ape che è entrata in un fiore ancora da sbocciare”.
Ci incontreremo tutti su un palco a lavorare insieme il 28 e 29 maggio Teatro Duse Contrasti urbani.
Intanto, perchè tutto questo trovi il senso, lunedì queste e tante altre parole incontreranno le donne.
E sono sicura che, nel tempo dell’ascolto della leggerezza e della forza di queste parole, per le donne e per noi i muri del carcere saranno di vetro.
PONTEX #10
Il lunedì sera, per il progetto Teatro carcere ci si ritrova al Teatro dell’Ortica in tanti: genitori ed insegnanti della primaria Anna Frank di Serra Riccò, genitori ed insegnanti della secondaria Don Milani.
E qui si parla e ci si muove tessendo fili fra i racconti delle donne di PonteX, dei bambini, degli adolescenti, di noi adulti.
Una rete da costruire attraverso contatti, vuoti, distanze, vicinanze, mancanze, possibilità.
Scoprendoci tutti portatori di linguaggi comuni.
Scoprendo che nello sforzo di portare un pò di leggerezza all’ altro, se ne porta un pò anche a sè.
Scoprendo di poterci muovere insieme agli altri attraverso l’aria di un palloncino colorato.
Contrasti Urbani
PONTEX #9
Lunedì su in carcere, con le donne di PonteX che raccontano delle loro lenzuola di casa.
Le loro lenzuola di casa, colorate, per isolarle da coperte di cartavetro, intrise di una polvere che non se ne va, passate di cella in cella, con-divise con chissà quante.
Le loro lenzuola di casa, colorate, per avere una protezione della propria pelle da quella di mille altri, per avere di notte un paracadute per non precipitare nell’abisso della depersonalizzazione .
Le loro lenzuola di casa, colorate, bene per la dignità, bene da difendere.
Le loro lenzuola di casa, colorate.
Nelle nostre case, anche le più sfarzose, non esiste un corredo così prezioso.
PONTEX #8
Le finestre sono passaggi ma solo per gli occhi….un’emozione non traducibile : il palco che diviene luogo di incontro fra detenuti, bambini spettatori e il carcere piano piano un luogo con i muri di vetro.
PONTEX #7
Ieri pomeriggio in carcere a Pontex….finalmente dopo un anno di lavoro a distanza in due laboratori teatrali separati gli adulti di “dentro” si sono incontrati con gli adulti del “fuori”per condividere sguardi, conoscenza, lavoro comune da portare in scena mercoledì 30 novembre al Teatro Modena insieme ai bambini della Daneo… Per accompagnare per mano in questi sentieri è necessario seguire le indicazioni di un poeta…” Mia mano, fatti piuma:fatti vela ; e leggera muovendoti sulla tastiera, sii cauta…” (G. Caproni)…esiste una tale intensità in questi momenti che non bisogna avere paura di fermarsi ad ascoltare lasciando la presa di quella mano….
PONTEX #6
“…in scena un racconto che è l’incontro fra DETENUTI, BAMBINI di una scuola elementare, i loro INSEGNANTI e i loro GENITORI. Non è solo uno spettacolo, è molto di più: è un esempio di come attraverso l’ARTE si combatta lo stigma, si supe…rino le barriere e ci si disponga all’accoglienza degli altri.”
” Ieri pomeriggio arrivo in carcere a Pontedecimo e trovo il gruppo già in cerchio…parlano fra di loro e depositano le emozioni di questo percorso facendo il punto non su come sarà lo spettacolo ma sul senso di essere attori -protagonisti di un’esperienza : ” ti ricordi all’inizio come ero timido….i genitori e gli insegnanti che lavorano con noi, sai, stavamo dicendo che è bello perchè si mettono in gioco come noi… siamo emozionati e abbiamo anche paura ma la presenza dei bambini dà un’energia particolare, è un grande aiuto…”
Ecco io in scena voglio portare questo.
UBUNTU #1
Un antropologo propose un gioco ad alcuni bambini di una tribù africana. Mise un cesto di frutta vicino ad un albero e disse ai bambini che chi sarebbe arrivato prima avrebbe vinto tutta la frutta.
Quando gli fu dato il segnale per partire, tutti i bambini si presero per mano e si misero a correre insieme, dopodiché, una volta preso il cesto, si sedettero e si godettero insieme il premio.
Quando fu chiesto ai bambini perché avessero voluto correre insieme, visto che uno solo avrebbe potuto prendersi tutta la frutta, risposero “UBUNTU: come potrebbe uno essere felice se tutti gli altri sono tristi?”
UBUNTU nella cultura africana sub-sahariana vuol dire: “Io sono perché noi siamo”
(Matteo Gracis)
PONTEX #5
Fervono i preparativi di partenza all’Ortica ! Domani a Parigi ! Progetto europeo POST. Ci si incontra con i partners al Theatre de l’opprimè. Il teatro dell’oppresso fondato da Boal che ha ricercato nella sua esperienza di creare un modo di fare teatro che fosse impalcatura per l’osservazione e la verifica del reale. Boal era con il popolo di Seattle al primo incontro di Porto Alegre. All’epoca risuonava uno slogan : un altro mondo è possibile.Sembra passato un secolo. Quelle parole non si senton quasi più. Noi che siamo vintage e inguaribilmente ostinati le abbiamo inglobate nei nostri sogni e le portiamo in tournèe con il nostro teatro militante.
Au revoir
PONTEX #4
La genitorialita’ sara’ il tema narrativo dello spettacolo del teatro carcere di quest’anno e il tappeto che sosterrà il processo educativo e l’esito artistico, sarà il libro di Gramsci definito da Carlo Bo come testo “… fatto di materia eterna”.
21 novembre 1927
Carissima Giulia,
Nel cortile,dove con altri detenuti vado a fare il passeggio regolamentare, è stata tenuta una esposizione di fotografie dei bambini rispettivi. Delio ha avuto un grande successo di ammirazione. Da qualche giorno non sono più isolato, ma sto in una cella comune con un altro detenuto politico, che ha una graziosa e gentile bimbetta di tre anni che si chiama Maria Luisa.Secondo un costume sardo, abbiamo deciso che Delio sposerà Maria Luisa appena i due siano giunti all’età matrimoniale ; che te ne pare ?……..Immagino che tu sorrida e ciò mi rende felice; non riesco che con grande difficoltà a immaginarti sorridente.
Ti abbraccio teneramente, cara
Antonio.
Porteremo sul palco la normalità che sopravvive al disagio, la capacità di stare nel quotidiano al di là dell’ isolamento con il sogno ed il desiderio di essere pensati come persone.
OPT #1
Oggi .Operatore pedagogico teatrale primo anno. Persone mischiate al colore e alla stoffa di teli. Ci si ribalta un po’ e si ribalta il concetto di adultita’ “Ma io voglio capovolgere quell’albero. Il mio modello di crescita ha le radici nel cielo e immagina una graduale discesa verso le cose umane……la forza del bambino quando si aggrappa al nostro dito, la sua paura, il suo spaesamento…..dimostrano come sia difficile crescere cioè discendere.” Hillman 1997
Oggi un po’ siamo discesi accompagnati dal peso di un telo.
STRANITA’ #8
Allora dovendo proprio esser sincera a me sto Natale non mi va tanto a genio.Fatico perché a cinquant’anni sono un pò troppi quelli che mi mancano.Fatico perché il tempo dell’elaborazione non è mai abbastanza e il tempo della festa riporta tutto a galla.
Danilo di Stranita’neanche lui ama le feste. Ha un modo tutto suo di farmi gli auguri prendendo le distanze dalla festività. Una volta mi ha scritto..”…la mia salute, minata dalla schizofrenia mi ha sempre fatto vivere poco.Sono anaffettivo e per giunta nato povero.Vissuto nei collegi e poi sulla strada. A vent’anni cercavo di esistere. Esprimere emozioni, sentimenti, valori, arte e’vivere.Ci sono bene o male riuscito. Mi ha aiutato tanto la fantasia. Stavo dalla parte degli hippies….”
SENZATETTO #1
Sprangati i senzatetto.
Danilo di Stranità ha una pensione di 250 euro e si organizza ogni mese per darne un pò “a chi ne ha meno di me. Io comunque vivo in albergo”.
È una forma di estremismo altro senza passamontagna e attacchi alle spalle che lui fa di giorno senza che nessuno se ne accorga.
Non coincide con l’essere vigliacchi ma con il coraggio di restare umani non volendo trasformarsi in bestie.
Nella giornata della memoria celebro il ricordo con la necessità di trasferirlo all’oggi per garantire che altri lager di ferocia subitanei ed improvvisi non mi vengano costruiti sotto casa.
PONTEX #3
Oggi si celebra la giornata nazionale del teatro in carcere. Saremo su a PonteX con le donne tutto il pomeriggio.
Non “dalle ….alle” …
Tutto il pomeriggio con il gruppo del teatro e con le altre detenute:tutte quelle che il giovedì passano, ci guardano , salutano e non si fermano perché non possono partecipare per le condizioni di esecuzione della pena o perché non se la sentono di partecipare.
Oggi su in carcere ci sarà una fuoriuscita da un limite e da una condizione, con la possibilità di riempire quello spazio – tempo guadagnato, di ascolto e conoscenza.
E questo accadrà in contemporanea in tutta Italia.
Ecco, quando celebrare una ricorrenza si ritraduce in una possibilità concreta di fare superando il rischio di rimanere aggrappata al vuoto delle parole, mi pare una bella opportunità.
Oggi è festa.
STRANITA’ #7
Ieri sera all’Ortica fra il pubblico c’erano tanti attori di Stranità.
E per me la serata prende subito una buona piega.
Mi viene incontro Danilo con il suo quaderno verde e il suo sorriso.
“Anna ho scritto un pò. …” e sorride di nuovo.
Stamattina mi sveglio e leggo.
Conosco bene la sua calligrafia.
Inconfondibile.Sono tanti anni ma non mi stanco mai . È un rito che ogni volta si rinnova.
“…..al diavolo la tristezza. I problemi. Li odio . Matematica non è il mio forte. Ho dei problemi proprio per questo. Non sono un economo. Sono più Epicureo. Vorrei essere più edonista e meno santo. Perciò vado avanti nello scrivere citando quanti nel presente mi addolciscono i giorni. Scrivo per tenermi compagnia.
In questo istante sono alla ricerca della mia identità. Sono me, te non posso essere.
Il passato è passato.Il futuro non lo considero.Il presente è questo inchiostro….”
C’è l’ora legale. Le giornate si allungano. Danilo che ogni anno aspetta la primavera è più contento. E anche io.
LAVORO #1
Lavoro. …ri-partenze.
Il mio fare è intriso di bellezza. Stare su un palco con quelli che tutti definiamo i fragili, quelli ritirati, autori di reato, bizzarri, aggressivi, senza parola o con la parola pesante ecc, mi permette di viaggiare su binari insoliti. Mi porto appresso valige stracolme di vera umanità, talvolta pesanti e la possibilità di avere un pò la testa fra le nuvole, ascoltando stralci di sogno e poesia sussurrata.
E là tra le nuvole ascoltare la mia fragilita.
STRANITA’ #6
Ieri Nicoletta, attrice di Stranità.
Il rumore dei miei passi
“….La vita della persona sana (o quasi) mi pare a volte più grigia, molto più grigia, ma tralasciando i ricordi “romantici” e ripensando al nero della malattia che mi ha reso per anni buia l’esistenza, trovo che il grigio sia un colore accettabile: è meno nero.
Vivere per tutti è faticoso perchè il grigio mette tristezza….Comunque io ho voglia di guardarlo questo grigio, anche quando non mi piace, anche quando mi fa schifo: si può arrivare ad amarlo com’è; oppure si può provare a colorarlo.
Almeno questo mi ha insegnato il dolore.
A tutti quanti camminano al buio,voglio comunicare la forza di camminare e chiedo, in cambio, che mi sia comunicata la forza di camminare.
Tanti nel mondo vivono in solitudine e altri come fossero soli: naturalmente le mie parole vanno ai primi.”
STRANITA’ #5
Nel mio luogo di lavoro ci incontriamo in tanti e ci raccontiamo attraverso parole e corpo.
Ogni giorno mi educo e mi formo ad incontrare l’altro come storia al di là della diagnosi.
Lo faccio ogni giorno, abbandonando la presunzione di saperlo fare.
“Chiedetevi non quale malattia la persona abbia, ma piuttosto quale persona la malattia abbia” Oliver Sachs, Un antropologo su Marte.
STRANITA’ #4
La sperimentazione sui matti è stata l’avvio di quel percorso criminale che ha portato all’olocausto.
I manicomi sono stati quello che più si è avvicinato ai lager.
Ancora oggi gli Opg (ospedali psichiatrici giudiziari ) hanno caratteristiche che tragicamente si avvicinano a quei lager.
Armando ha conosciuto il manicomio, Danilo l’opg.
Oggi sono due splendidi attori di Stranitá.
Armando della cura della memoria, della lotta alla rimozione ha fatto la sua guarigione e la guarigione di molti.
STRANITA’ #3
…….
Questo corpo mi ancora a terra,
quando cerco di andare per aria, di andare per mare.
Quante volte mi son sentito leggero,
in vena di volare nei cieli e lui, bastardo, non ne voleva sapere di lasciarsi andare!
Così mi ritrovavo (mi ritrovo) sempre col culo per terra,schiacciato dal mio peso, schiacciato dalla mia stessa leggerezza…
Alcuni versi di Anima e Corpo di Armando Misuri, poeta e attore di Stranità.
Credo che stasera, mossi tutti dai nostri bisogni e dalle nostre urgenze, alla fine ci si sia riconosciuti e ritrovati tutti impastati di poesia.
MARSANO #1
Un martedì mattina in laboratorio teatrale con i ragazzi del Marsano. Quei ragazzi con le sindromi, portatori di, quelli con i disturbi e con i disagi.
Quelli di cui nelle aule ci si dimentica il nome.
Andrea, dopo aver lavorato sul palco, riflette con il gruppo a voce alta : ” Questo posto mi piace perchè posso gestire la mia fantasia e trasformarla “.
Questi sono i ragazzi portatori sani di poesia sensibile. Quotidiana.
Non scritta ma visibile tra le righe.
La mia preferita.
PONTEX #2
Il lunedì noi del Teatro dell’Ortica stiamo tutto il giorno su in Carcere a Pontex con le donne. Usciamo e dietro una sbarra lasciamo alle spalle quella città nella città, imponente in cima alla collina ma spesso invisibile ai più.
Eppure ci si stupisce nel sentire donne che ammettono lì, di avere abbattuto muri personali e di aver scoperto di sè talenti inaspettati. Portiamo fuori storie ad alta intensità e le facciamo viaggiare con noi fino a sera nel laboratorio del nostro teatro.
Lavoriamo insieme mossi dal suono e dalla mano di quelle parole fino a sentire pian piano la possibilità di cambiare la prospettiva del nostro sguardo.
Noi del fuori, adulti, bambini e ragazzi .
Loro del dentro, donne.
Insieme.
Contrasti Urbani, 28 e 29 maggio Teatro Duse
STRANITA’ #2
Nicoletta, attrice di Stranità
“Senza concludere
….buttare via l’egoismo pare uno spreco folle nell’attuale società che lo prescrive in pillole.
Buttare via l’egoismo e saper amare non solo le persone ma anche il proprio cammino.
Senza fanatismi.Con semplicità asciutta, poco celebrata, poco detta poco scritta.
Così mi fermo qui.
Cammino su sentieri profumati
Di terra
Nella terra
Affondo i passi
Chè scarpe adatte pei sognati
Sentieri perfetti immaginati
Ancora non ce l’ho
Cammino ed orgogliosi
Battono il terreno
Grossolani i miei scarponi ”
Oggi è mercoledì.
C’è Stranità.
Fa freddo ma non mi interessa più di tanto.
PONTEX #1
“…… Gli alberi parlano albero come i bambini parlano bambino … (Prevert)”
Le donne di PonteX si ricordano molto bene della natura del fuori : è dentro di loro ed esce fuori nella sua forza, fragilità, delicatezza.
Noi tornando dal carcere, la sera, per come possiamo di quella natura ce ne prendiamo cura.
Standole per un pò accanto.
Standoci per un pò accanto.
STRANITA’ #1
Oggi venerdì, laboratorio con la asl 1 ad Imperia.
Paolo, attore dei Viaggiatori sognanti, in un momento del lavoro, mentre calibriamo il peso, il colore e la materia della nostra voce con quelli delle parole, si rivolge ai suoi compagni con voce di consiglio:
“Sulla vostra strada incontrerete sempre dei sassi. Starà a voi farne ponti o muri”
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